Michel, François e Maya Simon

Michel Simon, considerato il «mostro sacro» del cinema francese nonostante le sue origini ginevrine, raggiunse la fama con «La vocation d’André Carel» (1925) di Jean Choux. La sua carriera fu ulteriormente consacrata dalle interpretazioni del vagabondo in «Boudu sauvé des eaux» (1932) di Jean Renoir e del marinaio sognatore in «L’Atalante» (1934) di Jean Vigo. Suo figlio François seguì le orme paterne, debuttando nel cinema nel 1936 al fianco del padre in «Sous les yeux d’Occident» di Marc Allégret. La tradizione artistica familiare continuò con Maya, figlia di François, che nel 1969 recitò in «Charles mort ou vif» di Alain Tanner, film che vide suo padre nel ruolo principale e che segnò il suo successo internazionale. Maya, tuttavia, preferì esprimere la sua creatività dietro la macchina da presa. Nel 1980 diresse il suo primo lungometraggio, «Polenta», che ottenne un notevole riconoscimento con la selezione in concorso al Filmfestival di Locarno e con la presentazione alla prestigiosa Settimana della critica del Festival di Cannes.