Frédéric Maire in merito a «Max Haufler, der Stumme»

Nato nel 1910, il grande attore e regista cinematografico Max Haufler si tolse la vita nel suo appartamento di Zurigo il 25 giugno del 1965. Da cinque anni stava tentando invano, in un panorama cinematografico svizzero piuttosto cauto, di realizzare la trasposizione cinematografica del romanzo «Der Stumme» («Il muto») di Otto F. Walter. Il film narra del tentativo di un adolescente muto di ritrovare il padre violento e alcolizzato che lo aveva abbandonato e quindi di recuperare l’uso della parola.

Quasi vent’anni dopo, Richard Dindo svolge una doppia inchiesta, nella quale Janet Haufler – attrice e figlia di Max – cerca le tracce del padre scomparso, interpretando in prima persona degli stralci di «Der Stumme» di Otto F. Walter.

Più che in passato, nell’opera di Dindo documentario e fiction si fondono in una struttura di riflessioni estremamente inquietante: i livelli della ricerca si amplificano tra Max Haufler, il suo progetto cinematografico mai realizzato, i personaggi, sua figlia e la vita dello stesso Dindo, poiché in effetti è stato in modo doppiamente autobiografico che Richard Dindo ha messo a rischio il processo di risoluzione edipica che Haufler voleva disperatamente realizzare.