«Uli der Knecht»

Se nel film «Uli der Knecht» il protagonista si è fatto strada con le proprie forze, nel secondo film «Uli der Pächter» ha molto più da perdere. Stessa cosa vale per la troupe cinematografica, che ha potuto lavorare con un budget più elevato: lo si nota nel film per via dell’attrezzatura migliore e delle carrellate più complesse. A differenza di Uli, tuttavia, la troupe non si monta la testa. Come Vreneli, interpretata di Liselotte Pulver, il film mantiene i piedi per terra. Con la grande cura per i dettagli e i personaggi, il film conserva l’essenza del racconto di Jeremias Gotthelf. 

Risulta evidente che Franz Schnyder rinuncia quasi completamente alla voce narrante, la qualenel primo film è piuttosto dominante. «Uli der Pächter» comunica ora con le immagini. Un temporale ricorda addirittura «It’s a Wonderful Life» di Frank Capra. Come in questo film, anche nel film di Capra le persone per bene finiscono nei guai e, dopo un’esperienza di pre-morte, si rendono conto di dover fare solola cosa giusta per ritrovare la felicità. Così anche «Uli der Pächter» si accomiata dallo spettatore lasciandogli questa sensazione meravigliosa: «Non è bella, la vita?»